In una situazione totalmente nuova quanto inaspettata dovuta alla pandemia COVID-19 (SARS-CoV-2) ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza di sanità pubblica “adattandoci” a nuove attività pur di fornire un supporto tempestivo e efficace al Servizio Sanitario Nazionale.
È bene ricordare che il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (figura professionale istituita con il DM 58/97), è il soggetto che svolge “la sua attività professionale nell’ambito del servizio sanitario nazionale, presso tutti i servizi di prevenzione, controllo e vigilanza in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria”.
Il DPCM del 1 Marzo 2020 è il primo a fornire un’indicazione sulle misure di informazione e prevenzione da attuare sull’intero territorio nazionale, affidando un compito centrale ai tecnici della prevenzione e coinvolgendoli nel contenimento e nella gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Le principali attività svolte dai tecnici della prevenzione operanti all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione dell’Asl territorialmente competenti, sono state:
• Attività di vigilanza
• Indagini epidemiologiche
Attività di vigilanza
Le verifiche dei tecnici della prevenzione, si realizzano attraverso sopralluoghi presso i siti delle aziende, nel corso dei quali vengono valutati i seguenti aspetti:
• Le soluzioni organizzative ed economiche adottate al fine di favorire il contenimento della diffusione del SARS-CoV-2;
• L’informazione ai lavoratori riguardo le misure di prevenzione;
• Pulizia e sanificazione;
• Dispositivi di protezione individuali.
Indagini epidemiologiche
In alcune aziende sanitarie i tecnici della prevenzione sono impegnati nelle inchieste/indagini epidemiologiche svolgendo quanto previsto dall’articolo 3 del DPCM 1 marzo 2020, in particolare ai commi dal 2 al 6.
Il tracciamento dei contatti, o meglio conosciuto “contact tracing” è il processo di identificazione e gestione delle persone che possono essere state esposte ad un caso di malattia durante il periodo di contagiosità del caso. L’ obiettivo è quello identificare e isolare i nuovi casi secondari il più rapidamente possibile. L’attività di contact tracing risulta essere la più cruciale, se realizzata in maniera efficace e tempestiva, per contrastare la diffusione del SARS-CoV-2.
“Dulcis in fundo” sembra quasi che agli occhi delle aziende “l’ispettore” venga a “spogliarsi” dei suoi abiti di “repressore”, che spesso gli vengono attribuiti, per indossare quelli di un professionista della prevenzione, che fornisce assistenza e supporto. Questa brutta esperienza ha “testato” in maniera decisa il nostro servizio sanitario nazionale analizzandolo da più punti di vista ed ha messo in luce tutti i punti di forza che possiede ma anche i limiti presenti che devono essere eliminati o quanto meno minimizzati.
Tra i punti di forza, senz’altro, ricade la grande “forma mentis” dei Tecnici della prevenzione acquisita durante il percorso di Laurea triennale, che ha permesso al Servizio Sanitario Nazionale di poter rispondere ai bisogni di salute pubblica, con il sostegno di professionisti esperti in materia di igiene e sanità pubblica.
Dott. Luigi Fasanella
Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di Lavoro presso ASL Lecce – Unità Operativa : Igiene e sanità Pubblica (SISP) e Componente della Task Force Covid-19 ASL Lecce.
Ex studente Corso di Laurea Triennale Tecniche della prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.