Le strutture sanitarie essendo costituite da persone e dalle loro attività, strutturate in modo da interagire con l’ambiente con l’obiettivo di perseguire un bene collettivo come la Salute, possono essere definite “organizzazioni”. In base ai problemi che sono chiamati ad affrontare, l’organizzazione sanitaria è caratterizzata da un alto grado di complessità [Pennella AR, 2007].
Esistono diversi fattori che rendono l’organizzazione complessa, tra i più importanti vi è senz’altro il personale che rappresenta l’elemento fondamentale nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il contributo dei professionisti all’interno di un’organizzazione è presente infatti in relazione al livello di responsabilità e quindi in grado di influenzare il risultato. Il benessere organizzativo può essere definito come l’insieme dei nuclei culturali, dei processi e delle pratiche organizzative che animano la dinamica della convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo e migliorando la qualità della vita e il grado di benessere fisico, psicologico e sociale delle comunità lavorative [Avallone F, Bonaretti M. 2003].
Negli ultimi anni i cambiamenti legislativi avvenuti in Sanità hanno definito una nuova visione organizzativa che vede come motore dei processi produttivi il personale sanitario nell’ottica di gestione, conoscenza, valorizzazione e formazione. Questo potrebbe essere definito come un “problema” nella gestione dei processi e del personale coinvolto con sempre più crescente responsabilità [Bombelli MC. 2002].
L’esigenza di verificare come il professionista sanitario vive l’organizzazione, le caratteristiche dell’ambiente in cui lavora, la sicurezza, il benessere psicofisico, l’innovazione, le relazioni interpersonali tra vari attori dei processi di cura e assistenza, si rende indispensabile. Particolare importanza, per il buon funzionamento dei servizi che devono rispondere a criteri di efficienza, efficacia ed appropriatezza, assume senz’altro il rapporto tra operatore e il paziente [Santullo A. 2004].
In letteratura c’è un ampio accordo nel ritenere che lo stato di benessere di un’organizzazione derivi da un insieme di parametri, tra cui viene considerato anche il cosiddetto clima organizzativo, ovvero l’atmosfera prevalente che circonda l’organizzazione, il livello del morale e l’intensità dei sentimenti di appartenenza e di affezione e buona volontà che si riscontrano tra i dipendenti. Il clima influenza l’attitudine dei lavoratori a concentrarsi sulla loro performance lavorativa e sulle relazioni personali. L’aspetto essenziale della cultura consiste nelle idee tradizionali e specialmente nei valori ad esse collegati. In particolare, la cultura organizzativa della struttura sanitaria può essere vista anche come un processo dinamico di apprendimento sul quale si può intervenire perché «in continua mutazione» [Avallone F, Farnese M.L 2005].
Se si pensa che la cultura dell’organizzazione descrive cos’è l’organizzazione stessa, il clima è un’indicazione di cosa i lavoratori sentono e credono sia l’organizzazione. Di conseguenza, il clima rappresenta le percezioni dei dipendenti riguardo l’organizzazione, ed è una qualità interna dell’organizzazione che viene sperimentata dai suoi dipendenti ovvero ne influenza il comportamento. Può, pertanto, essere descritta prendendo in esame i valori associati ad un determinato insieme di attributi e caratteristiche dell’organizzazione stessa [Litwin G, Stringer R, 1968]
In sintesi, la cultura organizzativa crea senso d’identità e facilita l’impegno collettivo così come allo stesso tempo può ostacolare il cambiamento, rappresentare una barriera rispetto alla diversità. Quando si affronta il tema della cultura e del cambiamento organizzativo in ambito sanitario, questi concetti sono particolarmente importanti. La qualità delle cure è influenzata non solo dai fattori clinici e dalle competenze professionali, ma anche dal modo di pensare degli operatori sanitari, dal loro benessere e dalle motivazioni e, di conseguenza: il Benessere Organizzativo influenza in modo rilevante il rischio clinico, poiché la qualità della prestazione è direttamente proporzionale allo stato di salute psicofisica dei professionisti sanitari. [Ministero della Salute, 2012]
Infine, i rapporti interpersonali e in primo luogo la comunicazione tra i professionisti può essere causa di errori con conseguenze importanti sui pazienti relativi alla somministrazione delle terapie, processi scorretti, ritardi, sbagli o omissioni nei trattamenti. La scorretta comunicazione può derivare da diversi fattori tra cui il malessere organizzativo. [Ministero della Salute, 2003]
La diminuzione del rapporto operatore/paziente, influenza notevolmente le condizioni di lavoro. È stato constatato che un aumento del carico di lavoro dovuto ad una carenza di organico (sia per i medici che per gli infermieri) comporta più rischi per il paziente [Ministero della Salute, 2004].
Inoltre, è accertato che le organizzazioni più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un clima interno sereno e partecipativo. Il responsabile gerarchico diretto dovrebbe essere in grado di motivare il gruppo e ad orientarlo verso gli obiettivi comuni, formulare proposte per migliorare la qualità del lavoro, nello stabilire insieme e verificare il raggiungimento degli obiettivi, ma soprattutto nell’utilizzare gli errori per apprendere e non per punire. [Magni M, Pennarola F, 2015] [Rosiello A, 2017]
È sempre più evidente la necessità di unire le esperienze necessarie in termini di collaborazione per creare dei gruppi di lavoro multidisciplinari, per aumentare il livello di Benessere Organizzativo, condividendo competenze di diverse professionalità, cercando di raggiungere l’eccellenza dei livelli di salute e sicurezza dei pazienti e dei lavoratori, per poter perseguire la mission del miglioramento della qualità della salute pubblica.
Dott.ssa Malgorzata Wachocka
Direttore delle Attività Didattiche Professionalizzanti e di Tirocinio
Docente a Contratto del Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Tecnico della Prevenzione, UOC Igiene Ospedaliera, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
Ex studentessa Corso di Laurea Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore