Per amianto o asbesto si intende un gruppo di minerali a struttura fibrosa appartenente alla classe mineralogica dei silicati. Esso è caratterizzato da una notevole resistenza meccanica ed un’alta flessibilità. Infatti, risulta facilmente lavorabile e può essere tessuto. Avendo anche proprietà fonoassorbenti e termoisolanti, si lega facilmente con materiali da costruzione come calce, gesso e cemento. Per questo motivo è utilizzato negli edifici e negli impianti industriali per realizzare pannelli, lastre per la protezione antincendio e per l’isolamento termico di case, treni e navi; nelle pastiglie dei freni e nelle frizioni per l’industria automobilistica, nelle guarnizioni dell’industria chimica e petrolchimica; in tessuti, corde e guanti di protezione, guarnizioni per motori, serbatoi, tubi per acquedotti e fognature, canne fumarie, comignoli e tettoie ondulate, comunemente chiamati Eternit. La pericolosità dell’amianto deriva sua “friabilità” in quanto le fibre in esso contenute possono essere disperse facilmente nell’ambiente, per tale motivo si distingue “amianto in matrice friabile”, ovvero tutti quei materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale (tessuti, corde, guarnizioni), o in “amianto in matrice compatta”, quando possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici (tettoie ondulate, canne fumarie ecc…). Il D.lgs. 81/08, Testo Unico sulla Salute e Sicurezza Sul Lavoro, riserva un notevole importanza al Rischio Amianto dedicandogli un capo specifico (capo III) all’interno del Titolo IX – Rischio Chimico. La IARC (International Agency for Research of Cancer) nel 2012 classifica Asbesto come Cancerogeno certo per l’uomo e rientra nel Gruppo 1. La sola presenza dell’amianto non rappresenta sempre un pericolo, infatti se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo rilevante di rilascio di fibre di amianto. Qualora il materiale dovesse essere danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo si verifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale. Analogamente, se il materiale è in cattive condizioni, le vibrazioni dell’edificio, i movimenti di persone o macchine possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale. Questo fenomeno si verifica anche per materiali apparentemente in buone condizioni, ma altamente friabili in cui la il legame tra il materiale e le fibre risulta essere debole. Il Tecnico della Prevenzione, grazie alle conoscenze teoriche e pratiche acquisite durante il percorso accademico è in grado di valutare la migliore soluzione per ridurre i rischi derivanti dalla presenza di materiali di amianto. Inoltre, definisce lo stato di compattezza del materiale contenente le fibre e individua le azioni correttive idonee al fine di minimizzare o eliminare l’esposizione degli occupanti. Tale azione deve essere commisurata all’effettivo pericolo e può, quindi, essere rappresentata, a seconda della situazione, dalle misure più varie: dall’informazione alla formazione, dai metodi per la valutazione dello stato di conservazione del materiale alla bonifica oltre all’effettuazione del monitoraggio ambientale utile alla valutazione del rischio espositivo.
Dott. Fabio Pattavina
Docente ed ex studente CdL in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro- Università Cattolica del Sacro Cuore